COVID definizione, storia ed epidemiologia

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COVID

1.1. Definizione e Storia

Il COVID-19 (malattia da coronavirus 19) è una patologia causata da un agente patogeno ufficialmente denominato dall’International Committee on Taxonomy of Viruses (l’11 febbraio 2020) con la sigla  SARS-CoV-2 (Severe acute respiratory syndrome coronavirus); esso è in realtà un nuovo coronavirus a RNA, della stessa famiglia di SARS-CoV e MERS-CoV identificato per la prima volta il 31 dicembre 2019  nella città di Wuhan (provincia di Hubei, Cina centro-orientale a 800 km da Shangai), dove aveva provocato un focolaio epidemico di casi di polmonite atipica a eziologia non nota. La gran parte dei soggetti inizialmente interessati dalla malattia riferivano la frequentazione del mercato all’ingrosso del pesce di Wuhan, dove sono in vendita anche animali selvatici delle  specie più varie utilizzati a scopo alimentare, circostanza che potrebbe aver favorito l’origine zoonotica della trasmissione.  Da  tale sede il virus si è poi diffuso  dapprima in tutta la Cina e successivamente nella restante parte del mondo  [1-3]. L'Organizzazione Mondiale della Sanità  ha poi rinominato la patologia “COVID-19”, (acronimo di Corona Virus Disease 2019)  e successivamente dichiarato lo stato di pandemia (11 Marzo 2020) a causa della diffusa infettività e dell'alto tasso di contagio interumano.

1.2. Epidemiologia

1.2.1 Periodo di incubazione

 

Uno studio condotto sulle prime dinamiche di trasmissione di COVID-19 ha rivelato che il periodo di incubazione medio è di 5,2 giorni (confidenza del 95% intervallo [CI], 4,1-7,0), con il 95 °percentile della distribuzione a 12,5 giorni [5]. Un altro studio, che ha valutato 88 casi confermati, ha mostrato un periodo di incubazione medio simile, di 6,4 giorni (IC 95%, 5,6-7,7) [6].  È stato anche evidenziato un insolito caso nel quale il paziente ha presentato un periodo di incubazione accertato di 19 giorni [7]. La comunità scientifica ha comunque ritenuto che un periodo così lungo di incubazione possa considerarsi un evento a bassa probabilità, e per tale ragione gli esperti hanno suggerito un periodo di quarantena di 14 giorni.

 

1.2.2  Il numero di riproduzione di base

 

Il numero di riproduzione di base, indicato e conosciuto come R0 (dizione: erre con zero), indica in epidemiologia la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva. Più precisamente esso rappresenta il numero di nuovi casi generati, in media, da un singolo caso durante il proprio periodo infettivo, in una popolazione che altrimenti non sarebbe infetta: esprime quindi il numero atteso di nuove infezioni originatesi da un singolo individuo nel corso del suo intero periodo di infettività, in una popolazione interamente suscettibile, per tale motivo esso rappresenta il parametro più importante per determinare la trasmissibilità intrinseca. I primi dati sull'epidemia seguono in gran parte una crescita esponenziale. Nelle prime fasi di COVID-19, la pandemia raddoppiava di dimensioni ogni 7,4 giorni e la riproduzione di base era stata stimata in 2,2 [5]. Un altro studio ha stimato il numero di riproduzione di base compreso tra 2,24 e 3,58 [9]. Tuttavia, in un modello compartimentale deterministico basato sulla probabilità il numero di riproduzione è stato stimato arrivare fino a 6,47 [10]; questo  valore decisamente più alto è verosimilmente imputabile al fatto che  venivano prese in analisi 3-4 generazioni di trasmissione virale, nonchè contatti sociali più intensi.
Il numero di riproduzione di base stimato dalla maggioranza di studi varia da 2,24 a 3,58 [11], risultando leggermente superiore a quello della SARS.

 

1.2.3 I numeri dell’epidemia

 

1.2.3.1 Nel mondo

 

Alla data del 11 Ottobre  2020, i casi confermati da laboratorio secondo l’ECDC [S1]  erano  37.287.908 nel mondo.

Il continente americano risultava essere quello più colpito con  17.971.66 casi, maggiormente presenti negli Stati Uniti d’America (7 718 947),  Brasile (5 082 637), Colombia (902 747), Argentina (883 883) e  Perù (846 088); a seguire l’Asia con 11 670 55 casi, l’India (7 053 806). Un numero inferiore di casi è stato riportato in Iran (496 253), l’Iraq (400 124), il Bangladesh (377 073) e l’Arabia Saudita (338 944).

In Europa sono stati registrati 6 041 693 casi; in Russia (1 285 084), in Spagna (861 112), innFrancia (718 873), in Gran Bretagna (590 844) e in Italia (349 494).

Relativamente al continente africano sono stati registrati 1 568 091 casi, di cui in Africa 690 896, in Marocco 146 398, in Egitto 104 387, in Etiopia 83 429 e in Nigeria 60 103.

Infine in Oceania 35 214 casi: Australia (27 244), Isola di Guam (3 078), Polinesia Francese (2 692), Nuova Zelanda (1 515) e Papua Nuova Guinea (549).

Il numero di decessi totali alla stessa data risultava essere pari a 1.073.675, che possono essere così ripartiti per continente:

-        America: 592 222 deceduti; Stati Uniti d’America (214 377), Brasile (150 198), Messico (83 642), Perù (33 223) e Colombia (27 660).

-        Europa: 232 281 decessi; Regno Unito (42 760), Italia (36 140), Spagna (32 929), Francia (32 684) e Russia (22 454).

-        Asia: 210 313 decessi ; India (108 334), Iran (28 293), Indonesia (11 765), Iraq (9 790) e Turchia (8 778).

-        Africa: 37 849 deceduti; Sud  Africa (17 673), Egitto (6 040), Marocco (2 530), Algeria (1 795) e Etiopia (1 277).

-        Oceania: 1 003deceduti; Australia (897), Isola di Guam (60), Nuova Zelanda (25), Polinesia Francese (10) e Papua Nuova Guinea (7).


1.2.3.1 In Italia

 I primi due casi di coronavirus rilevati in Italia sono stati una coppia di turisti cinesi partiti da Wuhan prima che venisse istituito il blocco dei voli delle compagnie aeree. Il terzo caso di coronavirus riguardava uno dei 56 italiani rientrati da Wuhan che ha manifestato i sintomi durante il periodo di quarantena nella Città militare della Cecchignola.

Il 21 febbraio 2020 si sono verificati per la prima volta casi di trasmissione locale in Italia. L’ISS ha confermato il primo caso risultato positivo all’Ospedale Sacco di Milano, un soggetto 38enne ricoverato all’Ospedale di Codogno (Lodi) con una grave compromissione della funzionalità respiratoria.

La Regione Lombardia in collaborazione con ISS e Ministero della Salute ha subito avviato le indagini sui contatti dei pazienti individuando il focolaio nell’area di Codogno. Successivamente è stato identificato un secondo focolaio in Veneto.

Nel comunicato del 24 febbraio 2020  il Ministero della Salute ha dichiarato 229 casi di persone contagiate in Italia da SARS-CoV-2 (101 ricoverate con sintomi, di cui 27 in terapia intensiva e 94 in isolamento domiciliare), 6 delle quali decedute e una guarita.

La distribuzione nelle singole Regioni era stata la seguente: Lombardia 172, Veneto 33, Emilia-Romagna 18. 

Alla data dell’11 Ottobre 2020 il numero di soggetti contagiati, secondo il Ministero della Salute - Istituto Superiore di Sanità, è risultato essere di 354.950, di cui 36.166 deceduti con maggior numero assoluto -di contagiati e deceduti nella regione Lombardia




Pubblicato 10-04-21
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