Quando la coppia scoppia

Quando la coppia scoppia


La terapia di coppia è un opportunità per entrambi i coniugi per toccare i "vuoti individuali"e ripartire per un "nuovo contratto di coppia", andando a toccare i nodi relazionali che hanno portato ad un allontanamento reciproco o di uno dei due partners.

Esistono almeno quattro tipi di tradimento dell’intimità della coppia, intendendo con questo tutte quelle situazioni in cui lo spazio della coppia subisce una crisi per l’introduzione di un terzo:  l’amante, il bambino, la suocera (intesa come famiglia di origine), il lavoro.

Le crisi che seguono la scoperta di relazioni extraconiugali sono comunemente descritte dalle persone coinvolte come “periodi folli”, durante i quali i coniugi considerano se stessi, o l’altro, “fuori di testa” e i comportamenti propri o dell’altro come irrazionali.

Gli ingredienti che costituiscono un terreno fertile per il sorgere di relazioni extraconiugali sono: l’evitare l’intimità per una mancanza di desiderio o per disfunzioni sessuali (il non essere più entusiasti l’uno dell’altra genera un ardente desiderio di nuove avventure);  un distacco emotivo (uno o entrambi i coniugi sono lontani mentalmente e affettivamente tanto che non esiste più un sostegno reciproco); il vivere nell’apparenza ( uno o entrambi i coniugi sono più preoccupati di apparire come la famiglia “Ideale”, coprendo così i buchi nella loro relazione.

Transazioni personali di una certa importanza possono indurre ad un distacco fisico e/o sessuale ed emotivo dal partner come: nascita tardiva di un bambino o di un nipote, un cambiamento importante di lavoro, la morte di un genitore, di un figlio o di un familiare, una malattia grave in famiglia, la scoperta dell’omosessualità in uno dei figli. Una relazione extraconiugale può rappresentare  un supporto che in quel momento il compagno non è in grado di offrire. La terapia  di coppia può aiutare i coniugi ad “utilizzare” la crisi  come un opportunità importante per sentirsi coinvolti nel mondo emotivo dell’altro/a e per ricostruire la relazione coniugale su nuove basi, in modo da permettere alla coppia di “crescere” e creare un nuovo patto coniugale.

La nascita del primo figlio, anche se un evento gioioso, statisticamente  rappresenta il maggior momento critico per i due partner. La trasformazione da diade a triade, infatti, comporta un lavoro di ristrutturazione delle relazioni. Il sistema coppia diventa sistema famiglia. L’arrivo di un nuovo membro cambia inevitabilmente entrambi. La coppia coniugale si incrocia con la coppia genitoriale, portando il rapporto dei partner a diversi livelli.  Spesso la donna sposta le sue attenzioni totalmente verso il figlio, facendo sentire di conseguenza il marito trascurato e spodestato. L’uomo,  sentendosi  il “terzo escluso” si allontana dalla moglie rifugiandosi in avventure o concentrandosi sulla carriera per ricompensare la perdita di attenzioni.  Sembra quasi come se fosse stato tradito un patto tra i due. E quindi  il tutto è accompagnato da un senso di abbandono o rabbia. Spesso quando si diventa genitori si mandano “in pensione” i coniugi come se avessero già esaurito il loro compito e finito il loro lavoro, e la “vita privata” della coppia scompare. La terapia di coppia deve aiutare in questo caso a riequilibrare i ruoli genitoriali e coniugali senza rinunciare all’uno o all’altro. Ci sono coppie con uno o entrambi i coniugi definiti “figlio/i cronico/i” in cui si ha un interruzione solo apparente del rapporto con i genitori che prosegue in forma nascosta e conflittuale provocando conseguenze  di non crescita per la coppia stessa. Le energie vitali non vengono investite così verso obiettivi comuni ma disperse per seguire quello che dice o pensa la “mamma” e/o il “babbo”; tanto che ciascun coniuge è convinto di avere sposato l’altro/a mentre ha sposato un’altra famiglia. Quando la coppia arriva in terapia è stremata perché si rende conto che la crisi dipende dal non essere riusciti a difendere lo spazio di coppia dall’intrusione della famiglia di origine di uno o dell’altro. La terapia avrà l’obiettivo di aiutare questi coniugi a “differenziarsi” dalle rispettive famiglie d’origine.

Il lavoro può rappresentare  un ostacolo e motivo di una profonda distanza tra due coniugi. Uno dei partner si coinvolge molto mentre l’altro sente che qualcosa sta cambiando e si sente tagliato fuori. Queste tensioni, sulle quali uno dei coniugi non ha alcun controllo, possono dare origine a una crisi del matrimonio, perché il partner può sentire di avere perso i contatti con l’altro che è cambiato ed è diverso dalla persona che era all’inizio della vita coniugale. L’investimento lavorativo può portare di conseguenza a una diminuzione dell’intimità all’interno della coppia; tanto che l’altro coniuge per manifestare la sua insofferenza può iniziare a bere molto, avere una relazione extraconiugale, avere scoppi di violenza ecc. La terapia di coppia sarà fondamentale per permettere una “ridefinizione” dei propri ruoli.

Quando la COPPIA SCOPPIA,  la terapia di coppia è un opportunità per entrambi i coniugi per toccare i “vuoti individuali”e ripartire per un “nuovo contratto di coppia”, con una ricostruzione del “Noi di coppia”, un po’ come decidere di  scegliere di rincontrarsi. Non a caso, una delle domande che il terapeuta familiare pone, ad entrambi,  è proprio questa: “Provi a ricordare dove vi siete conosciuti la prima volta….Oggi lei sceglierebbe di ri-incontrare suo marito/sua moglie?”


Pubblicato il 26-05-2015
Scritto da Sonia Balzani